domenica

ALLA FERMATA DELLO ZEROCICLO, ESTATE PRIMA DI ADESSO - DINOSAURIA




Sono alla fermata Tremila e aspetto la coincidenza che mi potrebbe portare verso il Parco Generale:  nel folto degli alberi, vicino al lago, c’è un chiosco dove servono i migliori ghiaccioli alla clorofilla di tutta Dinosauria.
Insieme a me, alla fermata, ci sono una decina/centinaia di persone in attesa angosciante. Qui in città, questi assembramenti sono assai frequenti. Si creano in modo spontaneo quando qualcuno si perde nel labirinto di strade e boulevard, magari durante una passeggiata, o tornando dal sottomercato o quando vengono portati a spasso dal cane. Le persone smarrite si aggregano quindi in gruppi vocianti e un po’ isterici, cercando di tornare in qualche modo alle rispettive case. Dai discorsi che riesco a captare, intuisco che si sono appena separati da altri dispersi e che tutti quelli rimasti sono originari nella Zona Viola dove vogliono tornare. La Zona Viola è distante parecchi milioni di minimiglia, ma rimane relativamente vicino al Parco Generale, quindi abbiamo un tratto di strada in comune.
“Appena prima di adesso potrebbe passare lo Zerociclo” dico alzandomi sulla punta dei piedi e cercando di confortarli.
Infatti, il panorama che abbiamo davanti slitta lentamente di lato, sostituito da un altro settore urbano di Dinosauria. Lasciamo in massa il marciapiede mentre lo Zerociclo, puntualissimo, parte. Le cifre sull’indicatore della fermata Tremila vorticano senza poterle distinguere, ma noi non avvertiamo alcun senso di spostamento. 






L’umore generale è molto migliorato, si sentono gridolini, blasfemie, qualcuno canta a memoria la traccia numero 34 dell’album Idronegativo di Mono e le Cosce. Anche io mi rilasso allentandomi la kravatta e mi ritrovo a parlare con uno sconosciuto: altezza media, corporatura normale, occhi e capelli standard. Lui dice con voce umana:
“Mi pare di averla intravista da qualche parte. È per caso un Agente +, o forse mi sbaglio?”
Io rispondo: “Finchè si ha 15-60 anni è facile pensare di esserlo in io, ma poi uno si ritrova a essere un famoso cubista, o un program manager, o un padre di famiglia, o ecc. Diventa difficile restare un Agente +, freddo e rigoroso e io non sono non insicuro di non esserlo.”
Lo sconosciuto annuisce, e riprende:
“Credo di capire perfettamente. Sa, in epoca ante-attuale mi trovavo a Lidosauria Marittima con la famiglia della mia futura ex-moglie. Una mattina, suo padre torna dalla passeggiata in spiaggia dicendo che ha visto un delfino morto, gonfio e putrefatto, incastrato negli scogli. La fronte di mio suocero era velata di sudore e luccicava in modo sinistro. Ma io leggevo Glamorama.”
“È proprio quello che intendevo” rispondo colpito dalla sua comprensione, poi estraggo dalla giacca un marker al biconcentrato di china e inizio a calligrafare di brutto la fermata Tremila. La pensilina, le balaustre, le panchine, mentre le persone si scansano leggermente per farmi posto senza prestare attenzione a quello che faccio. Scrivo Pre - Odierno, P - O Crew, the end is near, SONO UN OCCHIO, in modo ossessivo poi mi ricordo dello sconosciuto. “Mi scusi, sono un maleducato.”, dico tornandogli vicino. “Vuole taggare?”
Lui risponde con sincero trasporto: “ Certamente!” e si mette al lavoro un po’ ingobbito, sulla fascia bassa della fermata dove c’è un piccolo spazio intonso. Intanto lo Zerociclo è arrivato allo scambio con una linea concentrica. Urlo, rivolto al gruppo di dispersi: “Dovete scendere qui e prendere la coincidenza della Circonvariazione A!”.







Tutti si affrettano a cambiare marciapiede e qualcuno mi fa un cenno di cortesia, le donne mi rivolgono un bel sorriso. Nel trambusto, lo sconosciuto mi caccia in mano il marker e mi saluta frettolosamente: “Arrivederci”. Io cerco di alzare la voce sopra il casino: “Non ci siamo neanche pre - sentati!”. Lui si volta per rispondere ma lo Zerociclo riparte trasfigurando il panorama.
Sono rimasto da solo alla fermata Tremila così mi avvicino per osservare la firma dello sconosciuto. La grafia è ben strutturata, con lievi colature che tuttavia bilanciano in modo ottimale la composizione. Sfioro per sbaglio la scritta sbavandola un po’ e sporcandomi le dita in modo indelebile. Lo sconosciuto si è firmato AUTORE.



Agente +, ore 88:76

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