lunedì

ESTATE A LIDOSAURIA MARITTIMA: I RICORDI DELL'AGENTE +

ORE 12:51, DINOSAURIA
Noi del Pre – Odierno pre - sentiamo un frammento di un flusso di coscienza che il nostro Agente + aveva inciso su un nastro di lattice attraverso il suo fonovisore portatile. È tipo una roba che risale alla sua giovinezza quando lavorava agli stab. Balneari sul Piccolo Oceano. Non si conosce il periodo esatto ma è di sicuro Ante – Attuale.

Sveglia alle sette del mattino e la sbronza di ieri che ritorna prepotente. Vinodka come se non ci fosse uno ieri. Mi butto addosso una maglietta dei Simmetrix, costume, ciabatte. Salto sul Velotorino e freddo-freddo-freddo.



Arrivo in venti minuti, saluto il Tiranno Rex e accendo la macchina del Escaffè, pulisco i tavolini del bar, la passerella. Sbadiglio tre volte, infilo il Talkefono in tasca. Prendo due bottiglie d’acqua ghiacciata, la lista dei prenotati e degli abbonamenti, e me le porto in spiaggia. L’umidità mi taglia a fette. Apro il container facendo dileguare una nube di mosche –preludio di morte-, poi inizio ad aprire gli ombrelloni e a portare i lettini col carrellino, riesco a caricarne otto alla volta senza ribaltarmi. Sono in modalità automatica: uno sguardo alla lista e uno al mare. C’è la secca. I gabbiani stridono planando e cagano chiazze verdi, maleodoranti. Il cielo si accende di luce come un’esplosione insostenibile.



Mi tolgo la maglietta. Il Talkefono trilla e i bastardi in vacanza iniziano a arrivare. Buongiorno, buongiorno anche a lei. Li maledico mentalmente, il filtro osmotico degli occhiali da sole mi protegge. Il Tiranno Rex gracchia nella radiolina: due ombrelloni, quattro lettini per Jeff Koons, vista mare. Eseguo, immaginando di posare il tipo capitalista al centro del Piccolo Oceano. Arriva anche quello del 43, Spismisk, un ex-astrattista rancoroso, tabagista e ridivorziato. Mi offre una psigaretta. Fumo all’ombra, dopo bevo acqua fredda. Piazzo le famigliole con bambini piccoli alle file periferiche, i loro pargoli giocano con la sabbia e prima di sera, avranno scavato decine di buche grandi come fosse comuni. 



Ombrelloni 2 e 3 a posto, andate pure. Ecco il 23: Madre acida con figlia diciottenne figa e scazzata. Lei si chiama Slaudia. È bionda, glitterata, ascolta musica in cuffie e scrive messaggi con un dispositivo Ai-Fonico viola. Le sorrido mentre scarico altri due lettini  nell’ombrellone a fianco. Nessun risultato. Bevo acqua ormai calda. Il ritmo degli arrivi aumenta: carico, scarico, sgommo con il carrellino. Il sole incendia l’aria, rabbioso e implacabile come una pagina scritta da Cèline. Mi fermo un attimo sotto il mio ombrellone che è distaccato dagli altri, bevo acqua bollente. Guardo un po’ di tipe passare sul bagnasciuga, le solite turiste da Dinosauria Ovest. Immagino di eiaculare sulle loro tette, sui loro culi e