lunedì

UN TRIS DI BACON: IL FILOSOFO VS IL PITTORE VS L’ATTORE.


NON HANNO NULLA IN COMUNE A PARTE IL COGNOME?


Loro del Pre - Odierno vi hanno abituato a incredibilità, cose ecc e questa è una di quelle!

Sir Bac1 in da house




Francis Bacon è stato un filosofo, politico, giurista e saggista inglese. Vive nel Sedicesimo Secolo, ovvero quella parte di storia che a scuola non hai studiato per niente, perchè eri troppo impegnato a innamorarti della tua compagna di banco.




I suoi genitori erano tizi importanti e lo spedirono al Trinity College a Cambridge. Bacon cmq molla il college e va da un’altra parte per studiare giurisprudenza, fa pure l’ambasciatore e schifa la decadenza della corte Francese. 

Sir Bacon poi diventa il filosofo empirista della rivoluzione scientifica che tutti conosciamo e spesso, quando è un po’ su di giri, urla: «Sapere è Potere!»



Franz Bac1 scrive anche un libro utopico e, anche se odia Plat1, gli frega l’idea di Atlantide e così immagina di approdare a Bensalem. Gli scienziati, che reggono la città-isola con il metodo induttivo, cercano di trasformare, alterare, imitare, riprodurre la realtà. Ma non vi ricorda la nostra bella Dinosauria? ;)

Come uomo politico asseconda e sostiene le deportazioni di massa dei diseredati e dei poveri nelle colonie americane della Virginia. 165 bambini furono deportati, poi altri millecinquecento bambini e ulteriori quattrocento, di origine irlandese, nel 1653.

Vecchio aguzzino senza cuore! Ma uno di quei luridi e pidocchiosi bambini, 356 anni dopo, sarebbe diventato un gigante della pittura pre - odierna!

Francis Bacon

"Siamo potenziali carcasse"


Francis Bacon nasce il 28 Ottobre 1909 a Dublino. Suo padre Edward, che le spara sempre grosse, afferma di essere un discendente diretto di Sir Francis Bacon.

Durante l’adolescenza riconosce la propria omosessualità ma il padre - un ex militare - flippa di brutto e lo sbatte fuori di casa. Bacon va a vivere da solo a Londra e si dedica totalmente ai piaceri della vita.
Decide di diventare un pittore dopo aver visto una mostra di Picasso, ma la sua prima personale si rivela un fallimento. Nel 1946 inizia a partecipare a diverse mostre collettive e i quadri di questo periodo sollevano violente ma entusiastiche reazioni. Inizia anche a vendere delle opere. Con i soldi guadagnati gioca d’azzardo a Montecarlo e fa kuesti kapolavori->



Bacon dipinge sul lato opposto della tela, e questo non perchè sia un alternativo fighetto, ma perchè questa superficie è arida e difficile da gestire, proprio come la vita!
Applica il colore con diversi tipi di pennelli e qualche volta a mani nude o con stracci, spugne, pettini o addirittura con maglioni di cashmere.
Parti di alcuni suoi dipinti sono fatti con colori spray anticipando clamorosamente ecc. A volte crea miscele con la peluria del pullover o con la polvere del pavimento del suo studio.



Bacon vuole che i suoi dipinti siano esposti protetti dal vetro sia per proteggerne la superficie, sia per stabilire una certa distanza con l’osservatore. Il vetro serve anche ad allontanare il buon Francis dal quadro che sennò probabilmente avrebbe tentato di distruggere con la sua carica di emozioni viscerali e convulse.

Tenta per tutta la vita di dipingere un bel sorriso, ma per fortuna non c’è mai riuscito.


Kevin Norwood Bacon 



 attore, regista e produttore cinematografico statunitense.

Kevin è nato a Filadelfia, Pennsylvania e guarda un po! La Pennsylvania faceva parte dei territori della Virginia Company, quella che ai tempi di Sir Bacon scaricava diseredati e morti di fame nel Nuovo Mondo! Nasce nel 1958, lo stesso anno in cui il Bacon pittore tiene La sua prima mostra personale in Italia nella Galleria Galatea di Torino.

Nel 1982 vince un Obie Award per uno spettacolo a Broadway, Slab Boys, dove lavora accanto agli allora sconosciuti Sean Penn e Val Kilmer, ma è con il film Footloose di Herbert Ross del 1984 che diventa una star.
Nel 1987 è il protagonista in Una gita pericolosa di Jeff Bleckner, nel 1988 interpreta un ruolo da commedia nel film Un amore rinnovato con Elizabeth McGovern, ma continua a lavorare nei teatri, e nel 1990 interpreta Tremors e Linea mortale, e il ruolo del prostituto gay nel film JFK - Un caso ancora aperto di Oliver Stone.
Interpreta poi Codice d'onore, con Tom Cruise e Jack Nicholson, The River Wild - Il fiume della paura con Meryl Streep, Sleepers, Apollo 13, L'uomo senza ombra, L'isola dell'ingiustizia - Alcatraz, Mystic River, In the Cut, False verità, e Frost/Nixon.


Mors tua, Bacon mea

Il Sir muore il 9 aprile 1626 dopo aver contratto la polmonite mentre studiava gli effetti nella neve del congelamento per la conservazione delle carni. 

Anche Francis muore in aprile, il 28, per un attacco di cuore. L’anno è il 1992. 

Jimi Hendrix cantava un pezzo chiamato “If 6 was 9”. Seguiamo il consiglio del voodoo child e cambiamo i sei dell’anno 1-6-2-6 in 9. Con una piccola aggiustatina forzata di brutto, ecco comparire il 1-9-9-2!

A Kevin possiamo augurare una lunga vita e una terribile morte nel mese di aprile, come vuole la tradizione dei Bacon!






p - o crew, solita ora

domenica

AGENTE + VS GIUSEPPE VERDI: RIGOLETTO 4EVER


Fabri e suo padre mi passano a prendere con la Velomobile famigliare. Arrivano in ritardo. Durante tutto il tragitto nessuno dice una parola, si sentono solo gli scricchiolii del fasciame. Arriviamo a Skuola. In classe vedo tutti un po’ esaltati e non capisco perché. La mia compagna di banco, Mariqa, mi dice: “Oggi andiamo al Teatro 222 a vedere le prove del Rigoletto! Non te lo ricordavi? Ci hanno fatto tatuare l’avviso lunedì scorso”.
Dico: “Ma checazzo! Non ci faranno mica saltare Antologia AntiAttuale?”. Fabri annuisce mangiandosi le unghie. Dopo, la Prof ci accompagna fuori e camminiamo per diecimila megamillimetri fino al Teatro 222.
Entriamo.



Dentro c’è roba antica tipo milleottocento: colonne, lampadari, tappeti, poltrone, balconi. E poi davanti al palco c’è una specie di cratere in cui stanno i musicisti con i loro cazzo di strumenti. La sala è piena di gente della nostra Skuola, delle guardia-teatro con la faccia seria, altri tizi con la cravatta. Mentre la Prof ci sta facendo sedere, ci piazziamo il più lontano possibile.
Fabri si toglie il giubbotto e lo butta sulla poltrona di fianco per occuparla. “Così quei deficienti della 3°Y non mi stanno appiccicati”, dice. Dalla mia parte invece, si siede una nostra compagna, Elixabetta Bollani, che mi guarda disgustata. Sposto il gomito dal bracciolo per non toccarla neanche per sbaglio e in quel momento le luci si spengono del tutto. Si sente bisbigliare e ridacchiare poi entra il direttore dei musicisti e tutti applaudono, lui saluta e inizia a gesticolare con la bacchetta. Parte la musica sinfonica con violini a palla e si apre il sipario su una mega casa nera: sul tetto ci sono ballerine abb. fighe, giocolieri e acrobati. Giù ci sono un nobile grasso e la sua corte, il Rigoletto, sua figlia, un pirata e tutti cantano. Uno scaglia una maledizione, ma non so perché. 



Dopo un bel po’ la tenda del sipario si chiude e tornano le luci.
“Non si capiscono le parole!”, sbotta Fabri. 
Elixabetta Bollani ci sibila con disprezzo: “Non avete portato gli appunti che ci ha serigrafato la professoressa? Le ho distribuite ieri!" 
Fabri le risponde: “Stai zitta, spiona!”, poi parla in tono cospiratorio e indica il pavimento: “Guarda qua cos’ho scoperto…”. Sotto i suoi piedi c’è uno stemma, sarà grande come un pizza, incorniciato da un anello di metallo dorato, e quando lui ci infila le dita sotto, si solleva leggermente. “Questo Cerchio mi sa che me lo porto a casa. Quando ti faccio il segnale, tossisci, così copri il rumore”.
Le luci si spengono di nuovo. Fabri mi tira delle gran gomitate e io scatarro per mascherare il rumore che fa per scardinare l’anello dal pavimento, ma gli dico a bassa voce: “Basta! Mi stai spaccando le costole!”. 
Del secondo atto non capisco quasi niente: la figlia del Rigoletto viene rapita, e lui viene sfottuto senza pietà dai nobili. 
Le luci si riaccendono per l’intervallo. Fabri mi sussurra: “Ci sono quasi!”.
Ecco il terzo tempo. All’improvviso, da dove sta seduto Fabri, sento un rumore raschiante e poi qualcosa tipo una pentola che sbatte. Lui si immobilizza facendo finto di niente, mentre una spilungona bionda che fa la guardia-teatro si avvicina per ringhiarci nel buio: “Silenzio!”
Appena se ne va, Fabri infila l’anello nello zaino sogghignando: “Missione compiuta. Ho il Cerchio”. Ci rilassiamo infossandoci nelle poltroncine.
Sul palco uno canta un pezzo famosissimo, La donna è immobile, mi sembra. 



Fabri si domanda: “E’ Pre - Odierno?”. Qualcuno da dietro fa SHHHHH, poi la musica si fa forte e tragica, scoppia un temporale con dei flash di luci, la figlia del Rigoletto viene accoltellata, lui lo scopre e urla: La maledizio-neee! 
Sipario, fine.
Il rumore degli applausi sembra pioggia che cade. Quando le luci si accendono definitivamente, vedo un paio di Prof che ci fissano con un’aria parecchio incazzata e infatti, tornati a Skuola, ci becchiamo una nota sul diario: Nonostante i ripetuti richiami, Fabri Fibra e Agente + disturbano il teatro lirico con la loro maleducazione.
Quel pomeriggio cammino fino a casa di Fabri. Ha il Cerchio stretto in mano e dice: “Andiamo nell’unigiardino a provare questo coso”. 



Fuori l’aria è immobile, umida, il sole basso e opaco sopra l'unigiardino che è un rettangolo di erba morente con due palme alte un migliaio di metri. Ci sono file di fiori marci, cerco di evitarli ma Fabri dice: “Pestali pure. Sono di mia mamma”, poi mi chiede: “Chi era il nemico di quel Rigoletto?”.
Gli rispondo: “Il Duca di Dinosauria, credo”. Lui mi guarda dubbioso: “Non era il pirata?”. 
“Boh. Non mi ricordo”, dico restando sul vago.
“Il Duca va bene. Eliminiamolo”. Si mette di fronte alle palme, allarga le gambe, si torce come per lanciare un frisbee ma rimane immobile. Dopo un po’ gli faccio: “E allora?”.
“Aspetta! Lo sto visualizzando…”, risponde lui, poi scaglia il Cerchio con una potenza inaudita, urlando: “MUORI LURIDO DUCA!”.
L’anello vola dritto, colpisce con il rumore di una scampanata e rimbalza a terra. Insieme esclamiamo: “Porca gioia!”.
Ci avviciniamo alla palma per vedere i danni. Il tronco è scheggiato e inciso profondamente, tipo coltellata, e si vede la polpa verde che sbroda resina a manetta. Raccolgo il Cerchio, e lo stringo tra le mani. Guardo Fabri e dico con una certa solennità: “Finalmente il Rigoletto è stato vendicato”.
Agente +, 13:56